Il nostro pilota automatico

Ogni mattina ci alziamo e, dopo aver fatto una doccia, una colazione più o meno abbondante e lavato i denti, cominciamo la nostra giornata fino a sera quando andiamo a dormire. Durante la giornata il nostro cervello svolge, in modo autonomo e spesso senza che noi ne siamo consapevoli, centinaia di azioni, come se fosse inserito un pilota automatico!
In realtà tutto ciò che facciamo con pilota automatico è un mix di azioni e comportamenti in parte ereditati in parte appresi. un tema dibattuto già dalla fine del diciassettesimo secolo tra due modi filosofici antitetici. Da una parte gli empiristi britannici, John Locke, Hume, negavano che gli esseri umani avessero idee innate, per cui la conoscenza derivava esclusivamente dai sensi e dall’ esperienza.
Dall’ altra i razionalisti come Cartesio e Galileo per i quali siamo nati con conoscenze già installate a priori.
Ai giorni nostri il cervello è oggetto di studio di psicologi neuroscienziati e per via del suo inseparabile collegamento con il corpo anche dai chiropratici.
Le ricerche affermano che l’apprendimento in realtà avviene rispettando entrambi i modelli, quello empirico (indicato come bottom up, cioè dal basso verso l’alto associato all ‘emisfero destro “la prima impressione”) e quello razionalista (top-down associato all’emisfero sinistro “imparare dalle esperienze”).
Quello che è sicuro è che l’apprendimento cambia la forza delle connessioni tra i neuroni, stimolando circuiti già presenti in ognuno di noi ( anche se con caratteristiche diverse). Il problema oggi è che non sempre questa relazione tra stimoli esterni e neuroni avviene in maniera naturale, ancor più vero se si pensa ai bambini. Il buon senso ci dice di non tenere i bambini davanti ad uno schermo per troppo tempo (tv, tablet etc.), e, come è stato dimostrato, videogiochi e cartoni animati, in cui le azioni sono accelerate, possono velocizzare il metronomo interno specialmente nei bambini. Se il metronomo si abitua ad un ritmo troppo veloce possono sopraggiungere problemi dell’attenzione!
Pertanto, per promuovere lo sviluppo cerebrale dei vostri giovani, è importante prima di tutto evitare di metterli sotto stress. Lo stress aumenta il livello di ormoni steroidei che possono distruggere i neuroni del cervello e le loro connessioni necessarie per uno sviluppo futuro! Specialmente prima dei 3 anni quando il cervello è molto malleabile e nei primi anni in cui sono esposti ai primi compiti scolastici. Metodi di insegnamento ripetitivi o inappropriati per la maturità neurologica dei piccoli possono portarli ad un allontanamento dai libri.
Anche per le abilità motorie si è giunti alle stesse conclusioni, costringere un bambino a camminare il prima possibile non porta nessun beneficio nel lungo termine! In altri casi il problema è invece che, per via di problemi di coordinazione, i piccoli inciampano sulle loro stesse gambe. In questi ed altri casi esistono modi per stimolare un migliore collegamento tra cervello e resto del corpo.
Può succedere che l’immagine che si ha del proprio corpo non collima con la realtà portando un senso di inadeguatezza e bassa autostima che può degenerare in disturbi del comportamento alimentare , bulimia nervosa.
L’immagine del proprio corpo è correlata inoltre con la capacità di distinguere una posizione, un movimento o uno stimolo cutaneo (somatognosia e stereognosia)
Uno dei modi con cui testare quanto questa sia vicina alla realtà è il test di Petrie,
IL test consiste nel misurare manualmente (ad occhi chiusi) un blocco di legno e trovare, entro un margine d’errore, la stessa dimensione su un blocco piramidale. Nel caso in cui si riscontrano misure superiori alla reale grandezza del blocco di legno, si sovrastima la misura originale nel caso opposto si sottostima. Alcuni studi mostrano che gli errori di valutazione in test come questo possono dare un profilo psicologico e psicomotorio della persona. Nel campo motorio un miglioramento della plasticità corticale, e quindi della propria immagine corporea, si può ottenere anche grazie ai trattamenti chiropratici come è stato dimostrato recentemente.

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Molto si può fare anche grazie al movimento. Una stimolazione bilaterale del cervello è coadiuvata da movimenti degli arti o degli occhi effettuati in uno schema crociato. Questo stimolo viene usato con ottimi risultati anche in alcune terapie come L’EMDR ( la formazione di nuovi percorsi sinaptici in luogo dei precedenti per l’elaborazione di un trauma). Un esercizio che può aiutare la comunicazione tra i due emisferi e una maggiore consapevolezza del proprio corpo, viene dal Judo.
Gli spostamenti circolari nel judo sono allenati con innumerevoli esercizi, uno di questi si chiama tai sabaki.
Questo movimento è usato sia come difesa che come attacco e presuppone una rotazione del corpo in un semi cerchio, oltrepassando la propria line centrale. Foto 2

Per migliorare la consapevolezza della propria postura e movimento è possibile esercitarsi variando la distanza tra i piedi di qualche cm. e rispettare tale distanza una volta che ci si è girati su se stessi. Alcuni bambini potrebbero avere difficoltà nell’ oltrepassare la linea di mezzo facendo movimenti compensatori o saltando lo parte difficoltosa.
Dal punto di vista neurologico si attivano regioni del cervello come il corpo calloso (comunicazione tra i due emisferi ) e neocorteccia (sede del linguaggio, memoria e tante altre funzioni complesse). Entrambe queste regioni sono utilizzate quotidianamente nel leggere, scrivere o nel formare una mappa del se o degli altri (mettersi nei panni degli altri).

 

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